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Il Clima: Friuli-Venezia Giulia

 

l Friuli-Venezia Giulia viene storicamente definita una terra di confine, attraversata in passato da molti popoli diretti verso l’est europeo. Dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla prima metà del Novecento intensa fu l’emigrazione, soprattutto verso l’Argentina e gli Stati Uniti. In seguito, fino agli anni ’70 del secolo scorso, con alcune pause durante le due guerre, tale deflusso si diresse verso l’Europa centrale, l’Australia, il Canada, ma anche verso le altre regioni del nord Italia, quali il Piemonte, la Lombardia e la Liguria. Solamente dopo il disastroso sisma del 1976 la regione vide una ripopolazione; infatti furono molti gli emigrati che rientrarono in regione per aiutare i familiari colpiti dall’”Orcolat”. Successivamente si verificò il decollo produttivo che portò il Friuli-Venezia Giulia ad essere considerata una fra le regioni più ricche del Nord-Est. 
Ad oggi la regione conta 1.191.588 abitanti, la maggior parte residenti nella provincia più grande, quella di Udine (4.904 kmq); seguono la provincia di Pordenone (2.273 kmq), quella di Trieste (212 kmq) e quella di Gorizia (466 kmq). La forza lavoro conta un totale di 499.000 individui, di cui 16.000 impiegati nel settore primario, 167.000 nel secondario, 316.000 nel terziario. Sono 19.000 le persone in cerca di occupazione e 8.000 i disoccupati. 
Il capoluogo di regione e Trieste, che risulta essere anche la città più grande con 209.557 abitanti.
Geografia fisica della regione

Il Friuli-Venezia Giulia confina a nord con l’Austria, a est con la Slovenia, a ovest con la regione Veneto e a sud è bagnata dal Mar Adriatico.

La superficie territoriale della regione è così suddivisa:
–    42,6% montagna
–    19,3% collina
–    38,1% pianura

La zona montana può essere così suddivisa: partendo da ovest, a nord di Pordenone ritroviamo le Dolomiti Friulane (zona di Piancavallo), più a nord-est si trova la zona della Carnia, con le sue Prealpi che si affacciano sulla pianura. Procedendo verso est il fiume Tagliamento delimita il confine fra le Prealpi Craniche e quelle Giulie; la zona montuosa più nord-orientale comprende le Alpi Giulie. Percorrendo le Prealpi Giulie verso SE si raggiunge l’ultima zona montuosa della regione: il Carso.

Molte sono le montagne che superano i 2400 metri di quota. Meritano di essere menzionate la Cima dei Preti (2703 metri slm), il Duranno (2652 metri slm), la Cridola (2580 metri slm) per quanto riguarda le Dolomiti Friulane. Nella zona delle Alpi Carniche ritroviamo il monte più alto della regione, il Coglians (2780 metri slm), al quale fanno compagnia il Monte Peralba (2691 metri slm) e il Monte Bivera (2474 metri slm). Tra le Alpi Giulie spiccano i 2753 metri slm dello Jof di Montasio, il Mangart (2677 metri slm), lo Jof Fuart (2666 metri slm), il Canin (2587 metri slm).

Se nel pordenonese si passa direttamente dalla montagna alla pianura, questo non avviene nella sinistra-tagliamento, dove si sviluppa una vasta area collinare che corre parallelamente alla linea dei monti, da NW a SE, partendo da San Daniele del Friuli e arrivando fin oltre Cividale del Friuli. Queste colline sono di origine morenica, cioè formatisi in seguito all’erosione provocata dai ghiacciai durante l’ultima glaciazione. Infatti la loro conformazione (ripide sul versante nord, meno scoscese in quello sud) certifica a pieno la loro origine. Addirittura l’altura sulla quale sorge il castello della città di Udine risulta essere il risultato erosivo del lembo più meridionale della lingua di ghiaccio (una leggenda narra però che a formare il colle furono i soldati di Attila che trasportarono la terra con i loro elmi per permettere al condottiero di godere dall’alto dello spettacolo di Aquileia in fiamme).

Fra queste colline particolarmente interessante risulta essere quella sulla quale sorge il paese di Moruzzo: infatti questa collina si affaccia direttamente sulla pianura udinese e risulta essere la più alta con i suoi 267 metri slm. Non di rado nei peggioramenti invernali su tale zona nevica, mentre tutt’attorno piove. 
La pianura friulana risulta essere di origine alluvionale e il fiume che maggiormente ne ha contribuito alla formazione è il Fiume Tagliamento. Vanno ricordati anche però il Meduna ed il Cellina per quanto riguarda la pianura pordenonese e l’Isonzo nella zona più orientale della regione.

L’origine alluvionale fa sì che la pianura possa essere divisa in “alta” pianura e “bassa” pianura. La zona alta è caratterizzata da un terreno talvolta ricco di sassi o rocce, molto permeabile, attraverso il quale l’acqua piovana penetra nel terreno e va ad accumularsi nelle falde freatiche. La zona denominata “bassa” pianura invece è caratterizzata da un terreno innanzitutto con meno pendenza, più argilloso (e quindi impermeabile) e dall’elevata fertilità e di conseguenza più adatto alla coltivazione intensiva. La linea immaginaria che separa l’alta dalla bassa pianura è la zona delle risorgive, che si trova sulla direttrice Palmanova-Codroipo. Qui le acque escono dal sottosuolo andando a formare piccoli percorsi d’acqua che raggiungono il mare. Come esempio classico della geologia della pianura friulana si può considerare il torrente Cormor che nasce nella zona di Buia. Il suo nome deriva dal fatto che le sue acque corrono in parte nel sottosuolo (nella parte più settentrionale) e in parte in superficie (nell’ultima parte del suo percorso); da questa caratteristica ne deriva il nome: “cor” infatti in friulano vuol dire corre, “mor” invece vuol dire muore.

La zona costiera friulana, che si allunga per circa 150 km, può essere suddivisa in due parti: quella più a ovest, bassa e sabbiosa, nella quale rientrano le lagune di Marano e di Grado, e quella più a est, alta e rocciosa, poiché le alture del Carso raggiungono direttamente il Mare Adriatico.

 

Il clima

Globalmente il clima del Friuli risulta essere temperato umido; a Nord le Alpi Carniche fungono da muro alle correnti fredde settentrionali e a Sud il Mare Adriatico è la via principale attraverso la quale lo scirocco entra in regione determinando un’alta piovosità. Caratteristica di questa regione è la bora, il vento freddo proveniente da est che nel Golfo di Trieste raggiunge e supera i 150 km/h.

 

Temperatura media 1961-1990

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Fonte: OSMER – Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA FVG

 

Temperatura media minima1961-1990

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Fonte: OSMER – Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA FVG

 

 

Temperatura media minima1961-1990

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Fonte: OSMER – Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA FVG

 

 

Piovosità media 1961-1990

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 Fonte: OSMER – Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA FVG

La regione Friuli-Venezia Giulia presenta sul proprio territorio la zona più piovosa d’Italia, la località di Musi in Alta Val Torre. In particolare ad Uccea, una località situata a pochi km da Musi, nel 1963 si è registrato un accumulo record di 6103 mm di pioggia





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